Sicilia ’73, un amore al di là del mare

DI INES GUADAGNINI

La vedo emergere dalle onde, lontana, evanescente nell’ aurora come un’ antica dea.
Uscito dal buio della notte, il treno corre veloce verso la tua calda terra del sud.

Ad un tratto lei si offre allo sguardo, adagiata, quasi dissolta fra cielo e mare, ma è un attimo ed è già maestosa, fiera e solenne !

Noi due, muti dietro il vetro, vorremmo già essere là per possederla insieme. La bocca spalancata del traghetto ingoia il treno: presto saremo al di là del mare. Quel mare che ora si fa culla per custodire i sogni.

Spruzzi d’ acqua … il vento fra i capelli … negli occhi socchiusi, lo scintillio del mattino è una polvere d’ oro che piove incessante sulla schiuma, sulle onde, su di noi…

Materna ci accoglie come attesi da sempre.

E qui io mi perdo, fra le tue braccia forti come questi ulivi d’ argento che brillano al sole, tenere come il colore dei mandorli in fiore , dolci come il profumo della zagara nuova.

Più in là, ginestre piegate al vento caldo che viene dal mare. Un pescatore lontano porta, oltre gli scogli, il suo canto dolente :
“ Picciridda du me cori … ciatu meu “ ripeti con lui … mio respiro …

E’ così che resto impigliata a un ricordo che non vuole farsi memoria!

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