Accadde oggi 5 maggio 2000: muore Gino Bartali, leggenda del ciclismo italiano

di Chiara Farigu

A fermare Bartali, campione di ciclismo indimenticato e indimenticabile, un attacco di cuore, all’età di 86 anni il 5 maggio di 22 anni fa.

Un personaggio incredibile, un uomo eccezionale. Una leggenda. Dal 2013 anche ‘Giusto tra le nazioni’ onorificenza che viene conferita ai non ebrei che si sono distinti per salvare anche solo un ebreo durante la Seconda guerra mondiale.

Riconoscimento conferitogli ben 13 anni dopo la sua morte quando quei fatti sono stati resi noti. Perché il Ginettaccio, nomignolo che gli attribuito per il suo carattere spigoloso, se n’è ben guardato dal raccontarli quand’era in vita. ‘Il bene si fa ma non si dice, il bene va fatto senza vantarsene’ ha insegnato ai figli e ai nipoti, anch’essi all’oscuro del fatto che avesse salvato la vita a centinaia di ebrei tra il giugno del ‘43 e il settembre del ’44 che rischiavano di essere deportati nei campi di concentramento. E lo fece nel modo che gli era più naturale, trasportando foto e documenti da una città all’altra, nascosti nei tubi della sua bicicletta, affinché una stamperia segreta potesse stampare documenti falsi per permettere la fuga di numerosi ebrei rifugiati.

La due ruote il grande amore della sua vita con la quale vinse tre Giri d’Italia (nel 1936; nel 1937 e nel 1946) e due Tour de France (nel 1938; nel 1948) intervallate da altre grandi prestazioni in Italia e all’estero. Una carriera durata oltre 20 anni

 Famosa la rivalità col ‘Campionissimo’, che ha diviso a lungo le due accese tifoserie. Loro, Bartali e Coppi, su questa rivalità ci hanno giocato a lungo. L’hanno persino cantata durante una puntata de Il Musichiere. Memorabile quella foto che li ritrae mentre si passano la borraccia lasciando nel mistero chi la passa a chi. Due campioni dei quali si è perso lo stampo. Irraggiungibili.

Esigente e puntiglioso fino all’inverosimile era poco avvezzo ai compromessi: ‘l’è tutto sbagliato l’è tutto da rifare’ era lo slogan che maggiormente lo caratterizzava. Non amava le mezze misure, né avere il piede in due scarpe.

 Chissà oggi quante ne direbbe il Ginettaccio degli ultimi accadimenti che stanno riguardando non solo il nostro Paese e quelli europei ma il mondo intero.

*Immagine web

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche