Ciao Paolo, un ultimo ricordo nel giorno del saluto

DI FRANCO FRONZOLI

Avevamo bisogno di allegria, di sorrisi, di euforia in quel lontano 1982.

Portavamo sulla pelle le ferite inferte dalle Brigate Rosse. Al governo avevamo Spadolini e al Quirinale, il più grande, Sandro Pertini.

Muore Grace Kelly, a Palermo viene assassinato Pio La Torre, assassinato il Gen Carlo Alberto Dalla Chiesa, attentato alla Sinagoga di Roma.

Insomma c’era poco da stare allegri.

Ma ci pensa Pablito, a darci euforia ed orgoglio Italiano.

Ai mondiali, partiamo sfavoriti c’era un grande Brasile,  la teutonica Germania, l’Argentina.

Nonostante tutto, avevamo in riserbo un allenatore cocciuto, fumatore incallito, pragmatico : Enzo Bearzot.

Nonostante la stampa italiana lo avversasse, non capitolò, anzi cocciutamente andò avanti difendendo i suoi giocatori dalle intemperie giornalistiche.

Fino alla finale.

La favorita Germania, mostra i muscoli, ma viene affossata da un mingherlino, che arrivava prima degli altri sul pallone.

Un Presidente partigiano, si agita sugli spalti delle autorità ; si alza, gioisce.

Paolo Rossi, in quella finale, ci ha donato una allegria perduta, tutta la squadra grande, grandissima, ma lui era la ciliegina sulla torta.

A Vicenza, chiusero i negozi esibendo un cartello : “ chiuso perché gioca Paolo Rossi “ .

Poi Zoff che issa in aria la Coppa del Mondo con davanti il Re di Spagna.

E finalmente il ritorno in patria, una partita a carte, durante la quale, il Presidente Pertini si infuria col compagno di gioco Zoff e perdono in favore di Bearzot e Causio.

Un anno epico, indimenticabile , supremo.

Pablito è andato avanti, ancora giovane, portando con se le sue grandi doti : serietà, umiltà , riservatezza.

Ciao Paolo.

Foto tratta dal web

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