Nel mondo occidentale la pandemia sembra avviarsi verso la fase endemica, ma la situazione è molto difforme nei Paesi in via di sviluppo.
Il conteggio delle vittime a livello globale ha raggiunto i sei milioni, ma il fatto che un milione di decessi siano avvenuti negli ultimi quattro mesi dà l’idea di quanto il virus sia lontano dal mollare la presa. I tassi di mortalità rimangono alti in Polonia, Ungheria, Romania, con l’incognita dell’effetto della crisi ucraina.
Spiega Tikki Pang, Visiting Professor all’Università Nazionale di Singapore:
In Africa appena il 12,7% della popolazione è completamente immunizzato. La multinazionale farmaceutica Moderna ha annunciato l’apertura del primo impianto del continente per la produzione di vaccini, in Kenya, ma non sarà operativo prima del prossimo anno. Eppure molte restrizioni sono state tolte.
Omar Hoosen si è appena sottoposto al vaccino.
“Si vede ancora gente che va in giro senza mascherina – racconta -E forse i governi adesso inizieranno a dire che si può farne a meno, almeno all’aperto. E chi si è vaccinato è il primo a dire: Perché devo rispettare tutte queste regole di distanziamento sociale, dispositivi di protezione, e altro. Vogliamo riprenderci la nostra vita”.
In Oriente, Hong Kong assiste a un incremento di infezioni: sono 500mila su una popolazione totale di 7,7 milioni.
Anche la Cina continentale è alle prese con nuovi focolai e lunedì ha riportato il più alto numero di casi in due anni, con più di 500 infezioni in più di una dozzina di città.
di Giulia Avataneo per Euronews
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