Le guerre distruggono l’inclusione sociale

DI FRANCESCO FRAVOLINI

I conflitti bellici devono essere fermati per dare spazio alle persone. Valorizzare la popolazione significa aumentare la cultura e diventare comunità.

L’Europa si deve impegnare a promuovere la pace negli altri Stati e deve comprendere l’importanza dell’inclusione sociale a beneficio dei cittadini europei.

Il Coronavirus stravolge la società, aumenta la paura, consente di comprendere l’importanza della comunità.

Le persone sono un valore aggiunto da valorizzare e si sente forte l’esigenza di mettere a disposizione un significativo investimento di denaro per agevolare l’inclusione sociale, poiché è una risposta valida, se non addirittura l’unica, in grado di diminuire quelle pericolose frizioni sociali.

La crisi finanziaria mondiale che ormai investe a pieno titolo il Vecchio Continente non deve lasciare nel secondo piano l’integrazione dei popoli.

L’emergenza sanitaria deve riflettere proprio sulla necessità di diventare una comunità e il digitale può diventare una straordinaria occasione per condividere cultura, formazione, conoscenza.

Se vogliamo costruire gli Stati Uniti d’Europa è necessario rispettare anche la cultura di tutte le etnie presenti nelle diverse nazioni. Il rispetto e la condivisione devono diventare protagoniste del XXI secolo.

Le prospettive economiche non possono essere l’unico motivo di destabilizzazione sociale perché al centro dell’universo c’è la ricchezza umana delle persone.

Il ruolo della pace

È un’azione fondamentale per raggiungere maggiore coesione sociale quella di promuovere la pace verso una maggiore condivisione tra i popoli.

Le persone sono più importanti e possono diventare, se bene integrate, un valore aggiunto economico da salvaguardare. Non è pensabile focalizzare l’attenzione solo sulla finanza senza conoscere lo stato sociale dei Paesi.

Nonostante tutto la scelta politica resta sempre la stessa: riunioni no stop per eliminazione problemi economici legati alla finanza. Dietro agli aridi numeri si celano situazioni sociali che possono mettere a rischio la tenuta di un’area geopolitica.

Come accade, tanto per citare un esempio, con l’identità dell’Islam, patrimonio culturale da rispettare perché espressione di una religione, al pari delle altre confessioni del mondo. I pensieri filosofici, spesso alla base delle religioni di una nazione, costituiscono l’identità di una popolazione.

C’è una cultura da conoscere: il mondo intellettuale arabo. Resta fondamentale delineare una visione della società occidentale nella quale viene inserito un arabo, con le abitudini, il folklore, la religione, i differenti aspetti sociali. Sono azioni per favorire l’affermazione delle singole persone appartenenti ad altre nazionalità, assicurando una vera integrazione nella società europea.

C’è un modo valido per valutare nuovamente lo status degli immigrati e cessare di utilizzarli come una vera e propria minaccia.

Per realizzare una simile politica sociale è necessario ridisegnare un’altra società dove si possa convivere con diversi ideali, le proprie identità culturali e religiose.

Può difficile sembrare e complicato ma occorre una precisa volontà politica degli Stati Uniti d’Europa perché è l’unica strada percorribile per evitare preoccupanti derive sociali future.

https://www.comunicatistampa.org/home/news_description/114/Le-guerre-distruggono-linclusione-sociale

 

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