Penne incrociate, te lo chiedi mai?

DI SILVANA PINTO

E GIOVANNI DE LUCIA

Come nasce penne incrociate?

“incrocio di penne” o meglio “penne incrociate” è un esperienza nuova tra anime affini.

La poesia diventa un luogo intimo, dove si riesce a percepire i battiti del cuore, i respiri di coloro che incrociando le penne, condividono pensieri propri e li fondono in un una unica opera.

Scrittori, poeti, uomini e donne, che possono non conoscersi fisicamente e che forse non si incontreranno mai, ma che diventano coesi nelle stanze della poesia.

Molti di noi hanno letto pensieri di amici virtuali dandone una interpretazione spesso veloce se non addirittura superficiale:” bella questa poesia, mi ha colpito, è intensa…e giù like, cuoricini emoticons”.

In penne incrociate la poesia viene respirata con i polmoni dell’autore, se la commozione è vera, la lacrima ha la stessa salinità di quella dell’autore. Si instaura un processo forse alchemico di partecipazione affettiva.

Io incrocio la mia penna con te, senza scudi o corazze, non esistono pregiudizi. Io liberamente incrocio la mia penna con te, perché ti percepisco, e creo un rapporto di solida empatia. Un vero incontro di anime.

Diamo il via a questa rubrica poetica, ed iniziamo questo progetto ideato e realizzato da: Giovanni de Lucia e Anna Lisa Minutillo, un’esclusiva di scrigno di Pandora.

Buon viaggio intimista ed empatico a tutti i nostri lettori!

SILVANA PINTO
Te lo chiedi mai se mi ami, quando di notte sei solo con i tuoi pensieri…ed io sono un tuo pensiero? Quando infreddolito ti rintani tra le lenzuola che ti avvolgono e ti giri e ti rigiri senza trovare una risposta che ti riscaldi.

Te lo chiedi mai al mattino, mentre ti radi davanti allo specchio, ti capita mai di vedere i miei occhi che si posano dolcemente sulla schiuma da barba mentre mi massaggi sul tuo viso e in mezzo alla schiuma sulle tue labbra appare un sorriso, ti capita mai?

Sai, non vorrei essere il tuo chiodo fisso ma un pensiero, quel viso, quel sorriso che ti accompagna durante il giorno e che poggi sul cuscino la sera mentre ancora ti chiedi se mi ami o sono solo una donna che ti fa star bene, che ti accende e che poi spengi come una abat jour…

Io non te lo chiedo mai, forse sono vigliacca o forse mi spaventa la tua risposta ma ti confesso che mi piacerebbe tanto saperlo, sentirmelo dire, rimanere senza fiato, senza parole, con quello stupore di chi non se lo aspetta.

Vado a letto, con questo dubbio che mi tiene sveglia, mentre tu magari dormi o forse mi pensi e ti chiedi:”ma io la amo?”…

GIOVANNI DE LUCIA

Potrei dirti che il mio andare non ha strade, non ha bivi, solo spazi infiniti, raffiche di vento, talvolta bonaccia. Il mio andare attraverso burrasche, muri d’onda, prevede solo coraggio, la temerarietà e il desiderio di scorgerti su quell’ultima cresta.

Nel mio bicchiere, incrostato dalla salsedine, tre lacrime mischiate ad una sola domanda: dove sei?
Amarti? Potrei dire chissà, forse un giorno, magari un giorno.
Invece no, io non ti amo, perché l’amore può mutare, lo si può perdere.

Io invece voglio essere la tua schiena, i tuoi capelli, voglio respirare con i tuoi polmoni. Voglio sentirti come una tempesta aspettando con te la calma.
Voglio abbracciarti e accarezzarti come fa l’onda con la rena.

Voglio che tu sia il mio mare, i miei sforzi, gli incubi, la gioia per quegli attimi che si riempiono di stupore.
Amarti è riduttivo, no non ti voglio amare, io voglio viverti ogni giorno, voglio essere quella goccia che t’imperla la fronte quando abbracciati mi sussuri: “per tutta la vita”

Immagine tratta dal web

 

Anna Lisa Minutillo
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Pubblicato da Anna Lisa Minutillo

Blogger da oltre nove anni. Appassionata di scrittura e fotografia. Ama trattare temi in cui mette al centro le tematiche sociali con uno sguardo maggiore verso l'universo femminile. Ha studiato psicologia ed ancora la studia, in quanto la ritiene un lungo viaggio che non ha fine.