Qual è il momento giusto per l’uso del vasino?

di Nadia Piras (psicologa)

Usare il #vasino è una grande conquista per ogni bambino!

Imparare a fare i propri bisogni sul vasino e non più nel pannolino richiede motivazione, tempo, dedizione e tolleranza della frustrazione, da parte sua, ed anche dei genitori.

Si tratta di un momento importante ed impegnativo della crescita, spesso accompagnato da tensione, dubbi e preoccupazioni dei genitori, fattori che, se presenti in modo eccessivo, rischiano di rendere più difficoltosa e stressante questa delicata fase evolutiva.

Una delle preoccupazioni più comuni è capire quale sia il momento giusto per l’educazione al vasino. Probabilmente, il momento migliore è quando sia i genitori sia il bambino sono effettivamente “pronti”.

È possibile considerare tali quei genitori che si sentono disponibili a dedicargli del tempo, fungere da modello (vedi articolo: Perché è importante dare il buon esempio ai propri figli?), procedere per gradi, cercare di cogliere dei segnali rispetto ai bisogni fisiologici del bambino, tollerare una fase di ripetuti incidenti e la frustrazione che ne deriva, offrire sostegno e lodi, evitando il più possibile i rimproveri.

Infine, quando sentono che il proprio #bambino è “pronto”.

Spesso, infatti, i genitori sono sottoposti a delle pressioni esterne (per esempio, da altri familiari o dall’imminente ingresso alla scuola dell’infanzia) che non sono di aiuto e che non tengono conto di quale sia il momento migliore per il bambino.

Il bambino può considerarsi pronto all’educazione al vasino quando ha acquisito alcune capacità sia a livello fisico che psicologico, capacità che vengono raggiunte, in genere, intorno ai due anni.

A livello fisico, il piccolo deve essere in grado di trattenere la pipì per almeno una o due ore e avere raggiunto delle capacità motorie e di coordinazione che gli consentano di raggiungere il vasino e sedersi su di esso.

A livello psicologico è necessario che egli abbia raggiunto la capacità di comprendere, ricordare ed eseguire delle istruzioni e di avere consapevolezza e saper comunicare in relazione ai propri bisogni fisiologici (per esempio, si accorge di essersi bagnato il pannolino e lo sa dire o fare capire alla mamma).

È necessaria anche una certa motivazione ad apprendere questa nuova abilità che può derivare, per esempio, dal sopraggiunto fastidio nel sentire il pannolino bagnato, dallo scegliere il nuovo vasino insieme, ma soprattutto dalla sua naturale tendenza all’autonomia e all’imitazione.

Comprendere quale sia il momento giusto per iniziare non è semplice, tuttavia incrementare le proprie conoscenze su questo tema potrebbe essere rassicurante rispetto a delle specifiche preoccupazioni ed incoraggiante per i genitori.

Molti adulti non sanno, ad esempio, che il non bagnare il letto la notte è un ulteriore traguardo che può essere raggiunto anche molto tempo dopo aver tolto il pannolino durante il giorno. Sapere ciò, può evitare frustrazione, delusione, rabbia e una richiesta eccessiva rispetto alle effettive capacità del bambino.

Ciò che la letteratura evidenzia e che mi preme maggiormente sottolineare è che occorre rispettare i tempi di ogni singolo bambino, e quindi è importante osservare il proprio bambino, le sue capacità, bisogni, ed interazioni con noi e l’ambiente, prima di prendere in considerazione le esperienze di altre famiglie, le statistiche o le aspettative della società.

Una volta che questa nuova avventura è iniziata, il bambino può essere sostenuto e incoraggiato con un messaggio di accoglienza e apprezzamento sia davanti ai piccoli successi che ai piccoli “incidenti”: non ottenendo il risultato sperato avrà bisogno di tanto incoraggiamento e fiducia da parte dei suoi genitori, per raggiungere questo suo nuovo traguardo. (FONTE: Nadia Piras psicologo)

#vasino  #bambino

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