RICORDANDO RAFFAELE PISU. UN ANNO FA LA SUA SCOMPARSA

DI CHIARA FARIGU

Se ne andava, il 31 luglio scorso, all’età di 94 anni Raffaele Pisu, attore di teatro, rivista, televisione e cinema. Era malato da tempo.

Bolognese di nascita, era orgogliosamente fiero delle sue origini sarde. Il padre, un carabiniere di Guspini, cittadina del cagliaritano, dopo aver girato a lungo per servizio, decise di fissare la sua dimora a Bologna dove poi mise famiglia. ‘E’ grazie a lui che io mi ritengo sardo’, amava ripetere nelle sue interviste. Un amore per la Sardegna che ha poi trasmesso anche a sua figlia Barbara che fa la capo infermiere in un ospedale di Cagliari.

Una carriera lunga più di settant’anni, la sua. Intervallata da alti e bassi, come spesso succede agli artisti di razza. Quando si raccontava amava parlare delle sue ‘tre vite’. Caduto nel dimenticatoio per ben due volte, è poi riuscito a risalire la china, più forte di prima. La terza fu quando, dopo una diagnosi medica, gli dissero che stava per morire. Abbandonò tutto e si trasferì nei Caraibi per vivere, pensava, l’ultimo scampolo di vita. Poi la diagnosi infausta si rivelò sbagliata e, ancora una volta, tornò sul set cinematografico di ‘Addio Ceausescu’, diretto da suo figlio Antonio.

 

La sua vita artistica nasce dapprima in radio. La televisione è arrivata dopo, durante il boom economico, negli anni sessanta. Nel 1961 il primo grande successo con ‘L’amico del giaguaro’ con Gino Bramieri e Marisa Del Frate. Nino Manfredi, Paolo Ferrari, Walter Chiari, Fernandel e Antonella Steni, altri compagni di viaggio della sua lunghissima carriera d’attore; De Sica, Fellini, Monicelli sono alcuni nomi di registi che lo hanno diretto nel cinema.

Uno dei film ai quali era più legato era ‘Italiani brava gente’ di Giuseppe De Santis, girato in gran parte in Russia nel 1962 che a quei tempi però non ebbe il successo che avrebbe meritato.

La comicità, un’altra grande passione. ‘La trottola’ con Corrado e la Mondaini, ‘Vengo anch’io’ con il pupazzo Provolino e ‘Senza rete’ di Enzo Trapani, furono alcuni tra i molti programmi televisivi che gli regalarono grande popolarità.

Poi negli anni ’70 iniziò un periodo buio dal punto di vista artistico. Il telefono non squillava più e gli amici, un tempo tanti, si assottigliavano giorno dopo giorno. Decise di inventarsi una nuova vita. Si trasferì in Sardegna e si ‘scoprì’ gelataio.

A riportarlo in tv Antonio Ricci, nel 1989, quando lo volle in coppia con Ezio Greggio sul banco di ‘Striscia la notizia’. Un successo e la rinascita.

Poi quella diagnosi e la fuga nei Caraibi. Nel 2004 è Paolo Sorrentino che bussa alla sua porta. C’è una parte adatta a lui in ‘Le conseguenze dell’amore’.

Seguiranno altre partecipazioni nei film di Vincenzo Salemme, Ricky Tognazzi e poi di suo figlio Antonio.

Una vita ricca intensa con molti colpi di scena, la sua. ‘Vorrei costruire una barca a remi e arrivare in Sardegna’, ha raccontato in una delle ultime interviste. ‘Vorrei che le mie ceneri venissero disperse nel mare del Poetto’, per un ritorno naturale alle origini.

Ricordarlo oggi, a un anno dalla sua scomparsa, è un modo per farlo rivivere nei nostri cuori. Anche se solo per un giorno

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche