SALVIAMO LE API E NOI

DI FABIO BORLENGHI

 

 

Se da un lato l’uomo ritiene, ahimè.., di essersi guadagnato nel tempo una sorta di primato nei Vertebrati, dall’altro, nel mondo degli Invertebrati, una specie fra tutte ha conquistato, questa volta a ragione, un vero apice evolutivo: l’ape domestica (Apis mellifica). La storia delle api e del loro miele viene da lontano. Nella mitologia greca v’è ampio riscontro dell’allevamento delle api e del gradimento umano verso quest’alimento squisito ritenuto essere “il nettare degli dei” ed anche nella mitologia egizia le api rivestivano un ruolo di primo piano fino a immaginare che fossero generate dalle lacrime del dio Ra.

L’ape domestica, come bombi e farfalle, fa parte della grande famiglia degli insetti impollinatori. L’impollinazione è quell’azione meccanica che consiste nel trasporto di polline dall’apparato riproduttivo maschile a quello femminile di una pianta. Nelle specie vegetali quest’azione può avvenire per opera di agenti atmosferici quali acqua o vento oppure mediante gli spostamenti di alcune specie animali, in particolare degli insetti impollinatori i quali, in determinate stagioni, attirati dai colori e i profumi dei fiori di varie specie vegetali, posandosi su di essi per catturarne il prezioso nettare, si ritrovano le zampe colme di polline che involontariamente andranno a depositare successivamente su un’altra pianta della stessa specie, favorendo così la sua impollinazione (entomogama), in altre parole la sua fecondazione.

Per capire del tutto l’importanza delle api leggiamo, a riguardo, gli ultimi dati ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale). Circa il 70% dell’impollinazione delle specie vegetali del nostro pianeta è opera delle api domestiche e selvatiche, garantendo così la disponibilità del 35% di cibo nel mondo. La maggior parte delle piante d’interesse agricolo ha bisogno degli insetti impollinatori e purtroppo quest’esigenza è spesso vanificata da importanti modificazioni ambientali come l’eliminazione delle siepi in fioritura dai bordi dei coltivi e soprattutto dall’uso, spesso indiscriminato, di pesticidi sintetici per uso agricolo.

C’è il rischio che nei prossimi decenni la popolazione mondiale degli insetti impollinatori, api in testa, crolli irrimediabilmente con gravi conseguenze per l’uomo.
Mesi fa “Il Fatto Quotidiano” riportava l’allarme degli apicoltori toscani che registravano un 2019 nero per la produzione del miele nella regione Toscana con perdite intorno all’80%.
Per il 2020 non si prevedono consuntivi migliori. Le cause probabili di questo disastro si chiamano siccità, cambiamenti climatici e pesticidi.
Tuttavia l’uomo è anche capace di trovare rimedi intelligenti ai danni da lui stesso causati.

Questi rimedi consistono nel ripristino degli habitat naturali favorevoli all’ecologia delle api rinnovando la presenza di siepi, filari e prati fioriti ai margini dei campi coltivati ed anche nell’introduzione del controllo biologico verso i parassiti erbivori dannosi all’agricoltura in sostituzione dei pesticidi chimici che in frazioni non trascurabili ritroviamo nel miele che acquistiamo.
D’ora in poi quando osserviamo un’ape mentre vola sui fiori del nostro balcone ammiriamola con attenzione e ammirazione senza timore che possa pungerci.

Il suo volo silenzioso è carico di storia, viene da lontano e ha superato innumerevoli millenni donando all’uomo non solo il prezioso nettare dai riflessi dorati ma anche la conservazione di un patrimonio naturale dal valore inestimabile.

Anna Lisa Minutillo
Latest posts by Anna Lisa Minutillo (see all)

Pubblicato da Anna Lisa Minutillo

Blogger da oltre nove anni. Appassionata di scrittura e fotografia. Ama trattare temi in cui mette al centro le tematiche sociali con uno sguardo maggiore verso l'universo femminile. Ha studiato psicologia ed ancora la studia, in quanto la ritiene un lungo viaggio che non ha fine.