World Pasta Day 2020, il dato: +25% di export nei primi 6 mesi dell’anno

DI STEFANIA DE MICHELE

In valori assoluti, Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone sono i mercati più strategici. Ma la voglia di pasta italiana registra crescite superiori al 40% verso Canada, Australia e Romania, del +30% verso Regno Unito, Paesi Bassi, Arabia Saudita.

È italiano 1 piatto di pasta su 4 al mondo, 3 su 4 in Europa. La richiesta, sempre crescente, sia in casa che all’estero, pone il problema del reperimento della materia prima. Durante il lockdown imprese molitorie e della pasta hanno avuto grosse difficoltà: la situazione si è però presto stabilizzata, grazie alle riserve e in parte all’import di grano duro.

Per l’Italia, primo Paese produttore di pasta davanti a Stati Uniti e Turchia, le importazioni sono dunque una necessità, finalizzata a soddisfare il fabbisogno dell’industria, che dipende dall’estero per il 30-40% della sua produzione.

Nel tweet dell’Ansa: “La pasta vi rende felici, dicono gli esperti in occasione del #WorldPastaDay“.

La passione per i carboidrati all’italiana resta dunque globale in tempi di filiere produttive interrotte. Un segno di speranza, che parte dal made in Italy.

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