OPEN ARMS, MATTEO SALVINI VERSO IL PROCESSO? OGGI IL VOTO AL SENATO

DI CHIARA FARIGU

 

La patata bollente sul caso Open Arms, dopo il NO a procedere della Giunta Immunità al Senato del 26 maggio scorso, passa oggi al Senato. 

Determinante per respingere l’autorizzazione al processo per Salvini fu allora la non partecipazione al voto della componente renziana, troppe incertezze e troppi dubbi all’interno dei fatti contestati, questa la motivazione addotta da IV, che pertanto si rimise alle decisioni di Palazzo Madama. Sottolineando al contempo che tali fatti avrebbero avuto, come in altri episodi analoghi, direttamente o indirettamente l’avallo del governo.

Ieri sera Renzi ha ribadito la posizione di Iv:Su Salvini noi leggiamo le carte, poi decidiamo.  Il voto, atteso per le 18, non è affatto scontato. Pallottoliere alla mano, occorrono 160 voti. L’ex ministro può contare al momento sui 136 del cdx, mentre quelli di partenza per il sì a procedere, esclusi i 18 voti dell’ala renziana (‘Non sbagliò solo Salvini, ma tutto il governo’, ha argomentato ad Agorà Estate stamattina il renzianissimo Faraone),  si attestano a 135.

I fatti contestati all’ex ministro che non perde occasione per rivendicare il suo operato, risalgono all’agosto scorso, quando 161 migranti rimasero a bordo della Open Arms per 19 giorni, davanti alla coste di Lampedusa. In seguito al divieto di sbarco dell’allora ministro dell’Interno, nel mare ‘territorio nazionale’.

La Ong spagnola fece ricorso al Tar del Lazio che decise di sospendere il divieto. La procura di Palermo trasmise al Tribunale dei Ministri il fascicolo a carico di Salvini per la mancata concessione del POS, ovvero del porto sicuro di sbarco alla nave. A novembre l’ex ministro fu iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona plurimo aggravato e rifiuto di atti di ufficio. L’allora ministro, questa la posizione dei giudici, avrebbe dovuto rispondere alle richieste “senza ritardo per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, di igiene e sanità”.

La vicenda fu lunga e tormentata.  E si concluse solo in seguito all’ordine disposto dall’autorità giudiziaria. Che prima fece sbarcare i 27 minori e dopo qualche giorno gli altri migranti rimasti a bordo.

Si assistette  ad un lungo e penoso scaricabarile tra Malta e Italia su chi competeva la concessione del porto sicuro. Furono giorni roventi a cavallo di quella che poi culminò con la crisi di governo gialloverde.

‘Se dovrò andare al processo per difendere il mio Paese, non sarò il primo né l’ultimo e lo farò serenamente’, ha affermato ieri sera Salvini. ‘Non ritengo che ci sia stato alcun errore, men che meno nessun reato. Se qualcuno domani in Aula riterrà che sia stato commesso un reato, ne risponderanno in tanti, visto che sono scelte prese collegialmente con alcuni interventi presi per iscritto. Ho agito con Conte, era nel programma’, si giustifica l’ex ministro. Il quale, nonostante  la baldanza mostrata, una certa strizza comincia ad avvertirla. Anche perché, come risulta agli atti, tra Conte e Salvini ci fu un ricco scambio di corrispondenza in quei giorni. Il premier non solo chiedeva di far sbarcare almeno i minori ma rendeva anche noto la disponibilità di alcuni stati Ue ad accogliere una parte di migranti, indipendentemente dalla loro età.

Alle 18 il risultato del voto

 

(Immagine tratta dal quotidiano ‘La Sicilia’)

Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche